Global Health Summit, Draghi: “Dobbiamo vaccinare in fretta tutto il mondo”

La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen (a sinistra) e il presidente del Consiglio italiano Mario Draghi (a destra) al Global Health Summit, 21 maggio 2021. [EPA-EFE/RICCARDO ANTIMIANI / POOL]

Venerdì 21 maggio a Roma si sono riuniti virtualmente numerosi leader mondiali, esperti e rappresentanti di istituzioni per partecipare al Global Health Summit, organizzato nell’ambito della presidenza italiana del G20.

L’evento, organizzato a Villa Pamphili a Roma, ha visto la partecipazione del presidente del Consiglio italiano Mario Draghi e della presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, con gli interventi dei leader di numerosi Paesi e organizzazioni internazionali.

Il vertice è stato anche l’occasione per stilare e approvare la Dichiarazione di Roma, un documento di cinque pagine che contiene 16 principi che guideranno l’approccio futuro nell’affrontare le pandemie. Si tratta di un impegno importante, con cui i Paesi del G20 hanno voluto rifiutare il nazionalismo sui vaccini e il blocco delle esportazioni.

“La pandemia ha sottolineato l’importanza della cooperazione internazionale”, ha dichiarato Draghi in apertura. “Dobbiamo vaccinare tutto il mondo e farlo rapidamente. È essenziale revocare i divieti generalizzati di esportazione, soprattutto nei Paesi più poveri”, ha aggiunto.

“L’Italia è aperta all’idea di introdurre una sospensione al brevetto di fabbricazione dei vaccini, limitato nel tempo e che non comprometta l’incentivo a innovare per le aziende farmaceutiche. Questa proposta non garantisce però che i Paesi più poveri siano in grado di produrre i loro vaccini. Servono sostegni finanziari e competenze specializzate”, ha proseguito.

La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha ricordato che il gap tra Paesi ricchi e poveri nelle vaccinazioni resta troppo alto, perciò il primo obiettivo è potenziarla proprio in queste zone. “Il 50% della produzione europea di vaccini è stata esportata in 90 Paesi, incluso il programma Covax”, ha ricordato.

Von der Leyen ha aggiunto che 1,3 miliardi di dosi di vaccino saranno consegnate entro la fine dell’anno, gratuitamente per i Paesi a basso reddito e a prezzo favorevole per quelli a reddito medio. Inoltre, i partner industriali europei si sono impegnati per la consegna di almeno altrettante dosi nel 2022, molte delle quali consegnate grazie al programma Covax.

Von der Leyen ha anche ricordato l’iniziativa con i partner africani per sviluppare i vaccini in loco. Tra gli strumenti messi in campo dal “Team Europa”, anche un miliardo di euro di investimenti.

Il problema della disparità nella distribuzione dei vaccini è stato segnalato anche dal direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), l’etiope Tedros Adhanom Ghebreyesus. “Attualmente, nove persone al minuto muoiono per Covid-19. La distribuzione non equa dei vaccini è un fallimento per l’umanità. La pandemia non può essere fermata se non tutti hanno le armi per farlo”, ha detto.

“Per colpa degli atteggiamenti nazionalisti, il programma Covax ha consegnato meno della metà delle dosi previste”, ha dichiarato il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres. “A oggi avremmo dovuto provvedere 170 milioni di dosi, ma siamo fermi a 65 milioni”.

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Le reazioni globali

Dagli altri Paesi europei coinvolti nel vertice è arrivato l’impegno per una distribuzione dei vaccini più equa, con la Francia che fornirà almeno 30 milioni di dosi entro la fine del 2021. La cancelliera tedesca Angela Merkel ha concordato la necessità di sostenere la produzione in Africa, mentre il premier britannico Boris Johnson ha chiesto unità e collaborazione.

Per gli Stati Uniti è intervenuta la vicepresidente Kamala Harris, che ha ricordato come il mondo non fosse preparato per il Covid-19, ma che ora è necessario lavorare insieme per poter affrontare la pandemia.

Il presidente cinese Xi Jinping ha invece annunciato tre miliardi di dollari di aiuti per i prossimi tre anni per sostenere la risposta al Covid e la ripresa economica nei Paesi meno sviluppati. “Abbiamo già fornito 300 milioni di dosi a tutto il mondo e continueremo a farlo al meglio delle nostre capacità”, ha annunciato.

Il Fondo monetario internazionale (Fmi) ha proposto un piano da 50 miliardi di dollari per mettere fine alla pandemia. “Non può esserci fine alla crisi economica senza fermare prima quella sanitaria”, ha dichiarato la direttrice Kristalina Georgieva. “Con una forte azione globale e pochi finanziamenti rispetto ai benefici possiamo uscire da questa crisi”, ha aggiunto.