Siglato un accordo per un prestito da 2 miliardi di euro per rafforzare il Sistema sanitario nazionale tra la Banca europea degli investimenti, il ministero dell’Economia e delle finanze (Mef), il ministero della Sanità e il commissario straordinario per l’emergenza Covid-19.
Nella fase più acuta dell’emergenza sanitaria da coronavirus il sistema sanitario nazionale è stato sottoposto a forte pressione. Molti pazienti, malati di Covid-19, sono sopravvissuti solo grazie al fatto che sono stati trasferiti in Germania, dove il rapporto tra il numero di posti in terapia intensiva e il numero di abitanti è più alto, oppure perché altri Paesi europei hanno donato all’Italia molti ventilatori polmonari. Sono state notizie che hanno avuto meno spazio mediatico rispetto al celebre uso delle maschere da snorkeling della Decathlon per permettere l’ossigenazione ai pazienti che avevano contratto il virus o al caso dei padiglioni dell’ex Fiera di Milano che hanno in realtà ospitato pochissimi pazienti.
Le inchieste svolte dal programma Rai Report hanno poi svelato come non tutti gli ospedali del territorio nazionale siano equipaggiati allo stesso modo di posti in terapia intensiva e di macchinari specifici. Da qui l’esigenza di rafforzare la rete ospedaliera, anche perché ora che la pandemia si è spostata in gran parte in altre aree del mondo, soprattutto nelle Americhe, è sempre più evidente la correlazione tra la capacità dei sistemi ospedalieri di fornire assistenza ai contagiati e il numero di vittime.
Per rendere concreto questo rafforzamento arriva il sostegno della banca della Ue, la Banca europea per gli investimenti (Bei), che affiancherà il governo italiano con un finanziamento di due miliardi di euro, pari circa i due terzi delle risorse necessarie per gli interventi previsti dal “Decreto rilancio” nel settore sanitario. Sui due miliardi complessivi di prestito previsto, una prima tranche di un miliardo è stata già perfezionata oggi (30 luglio), nel giorno dell’annuncio dell’accordo siglato tra la Bei, il ministero dell’Economia e delle finanze (MEF), il ministero della Sanità e il commissario straordinario per l’emergenza Covid-19.
Le risorse serviranno a creare 3.500 nuovi posti letto per la terapia intensiva, 4.225 in semi-intensiva e quattro strutture mobili per 300 posti di terapia intensiva, ristrutturazione di 651 pronto soccorso, forniture mediche e attrezzature sanitarie, mezzi di trasporto sanitari, personale sanitario aggiuntivo (anche temporaneo) per 9.600 unità, assistenza domiciliare e sistemi digitali per il monitoraggio da remoto. Rispetto alla mole dell’importo, questa è una delle più grandi operazioni nella storia della Bei in tutta Europa.
“Nei mesi scorsi l’Italia ha affrontato una prova durissima mostrando una grande disciplina e uno straordinario senso di responsabilità. L’operazione finalizzata oggi rafforza in modo importante il nostro sistema sanitario, che ha consentito al nostro Paese di reagire prontamente a una sfida così difficile. Con queste notevoli risorse, che si inseriscono nel complesso delle azioni messe in campo dal Governo, l’Italia continuerà ad affrontare l’emergenza Covid-19 con lo stesso senso di responsabilità, consolidando la collaborazione tra i diversi livelli di Governo in questo sforzo che coinvolge tutto il Paese. Va ringraziata la Bei per il suo importante impegno, che rappresenta un’ulteriore dimostrazione della capacità delle istituzioni europee di fornire una risposta all’altezza di questa sfida globale”, ha sottolineato il ministro dell’Economia e delle finanze, Roberto Gualtieri.
Anche il ministro Speranza ha commentato l’accordo: “Dalla crisi innescata dal Covid-19 abbiamo capito ancora di piú quanto sia importante e centrale nella vita del Paese il Servizio sanitario nazionale. Perció assume una particolare rilevanza il finanziamento da due miliardi di euro da parte della Bei per il rafforzamento della sanità pubblica italiana, sui 3 miliardi e 250 milioni destinati dal Governo con il decreto rilancio. Con più liquidità e meno interessi avremo più posti in terapia intensiva, l’ammodernamento dei pronto soccorso, una maggiore assistenza territoriale per i soggetti fragili. Un altro segnale positivo dall’Europa che diventa così un’istituzione che si fa carico dei bisogni reali dei cittadini”.