A distanza di pochi giorni dal primo viaggio del presidente degli Stati Uniti, Blinken è tornato sul suolo europeo per continuare il lavoro di costruzione di un solido fronte contro l’ascesa cinese e la turbolenza russa.
Il presidente americano Joe Biden non ha fatto a tempo a rientrare che un esponente del suo esecutivo ha rimesso piede in Europa. Il segretario di Stato Antony Blinken è giunto a Berlino nel pomeriggio di martedì 22 giugno e farà tappa anche a Parigi e Roma. Dopo aver incontrato i due principali attori politici dell’Unione europea, la cancelliera tedesca Angela Merkel e il presidente francese Emmanuel Macron, incontrerà gli alti esponenti del Vaticano. Mercoledì 23 giugno a Berlino prenderà parte ai colloqui per portare la pace in Libia devastata dalla guerra e sconfiggere lo Stato Islamico.
Il segretario di Stato americano chiuderà il suo viaggio il 29 giugno con la partecipazione al G20 dei ministri degli Esteri, che si terrà a Matera. In quella occasione potrebbe trovarsi faccia a faccia con l’avversaria giurata di Washington: la Cina, la cui crescente assertività all’estero e in territorio nazionale rappresenta la principale sfida per la Casa Bianca. Durante il G7 in Cornovaglia Biden ha lanciato la sfida alla Cina proponendo un piano infrastrutturale in risposta alla “Belt and Road Initiative” di Pechino.
“Questo viaggio rispecchia la priorità del presidente Biden di ricostruire le nostre relazioni con gli alleati”, ha detto Philip Reeker, assistente segretario di Stato Usa per l’Europa. “La forza di queste relazioni getterà le basi per molte delle priorità di politica estera, compresa la ripresa economica dalla pandemia di Covid e il contrasto all’autoritarismo della Repubblica popolare cinese e in tutto il mondo”, ha dichiarato ai giornalisti.
Rigenerare le alleanze dopo la presidenza Trump
Dopo le tensioni Ue-Usa degli anni trumpiani, il cambio di rotta di Biden è stato accolto con favore in Europa. Del resto la squadra del presidente è a forte trazione transatlantica. Blinken è un veterano della politica estera, moderato e vicino all’Europa anche per formazione: è cresciuto in parte a Parigi, conosce il contesto europeo e parla correntemente il francese. Queste caratteristiche segnano un netto cambiamento di stile rispetto al predecessore Mike Pompeo, che veniva dall’ala più conservatrice della politica statunitense.
Biden si è mosso rapidamente per cercare di risanare le fratture con l’Europa, ribaltando la decisione di Trump di ritirare le truppe statunitensi dalla Germania e mettendo fine alla guerra dei dazi per la contesa Boeing-Airbus.
L’approccio più equilibrato di Biden ha portato poi ad ammorbidire la linea statunitense sul caso Nord Stream 2, il gasdotto (in fase di completamento) tra Russia e Germania osteggiato dall’Ucraina che teme di perdere la sua influenza come punto di transito.
Alcuni parlamentari del Partito democratico hanno criticato il presidente per non essersi opposto fino in fondo alla costruzione del Nord Stream 2. La Casa Bianca ha motivato la sua scelta sostenendo che il progetto è troppo avanti per poter essere fermato e ha assicurato che intende elaborare con la Germania una serie misure per contenere le mire di Mosca e garantire gli interessi dell’Ucraina.
Germania: il potenziale cambiamento dei rapporti con la Cina
Ian Lesser, vice presidente del German Marshall Fund degli Stati Uniti, ha spiegato che Biden deve soppesare attentamente i pro e i contro di un progetto come Nord Stream 2. “La domanda è: lo facciamo per la Germania o per la Russia?”, ha detto Lesser.
Mentre la Merkel si prepara a terminare il suo mandato di 15 anni con le elezioni di settembre, il nuovo atteggiamento di Washington aiuta a garantire che il rapporto tra gli Stati Uniti e la nazione più popolosa dell’Ue rimanga stabile. Ma il prossimo leader tedesco, su una serie di questioni tra cui i rapporti con la Cina, potrebbe avere un approccio diverso da quello della cancelliera uscente, che ha sempre difeso l’asse commerciale con la potenza asiatica.
La candidata dei Verdi Annalena Baerbock, ad esempio, ha messo in guardia dalle aziende cinesi come Huawei, che raccolgono dati in Europa e ha promesso una risposta più forte sul trattamento della minoranza uigura. Un cambio di passo che otterrebbe sicuramente il favore degli Stati Uniti, che accusano Pechino di attuare un genocidio.
“C’è stato un indurimento delle opinioni anche in Europa sulla Cina”, ha sottolineato Lesser. “Anche se gli atteggiamenti qui non sono proprio come quelli di Washington e potrebbero non allinearsi mai nei dettagli o nello stile, l’amministrazione Biden sta cercando di incoraggiare questa convergenza nel lungo periodo” ha aggiunto.