Un gruppo di eurodeputati italiani chiede la convocazione di un Consiglio europeo straordinario e l’apertura di corridoi umanitari. Per Amnesty International quello che sta accadendo è “una tragedia che avrebbe dovuto essere prevista ed evitata”.
Sono passate poche ore dalla presa di Kabul, una presa che doveva essere rapida per evitare una carneficina. Almeno, questa è la versione che ha dato l’ormai ex presidente Ghani che ha abbandonato precipitosamente il Paese. Dopo di lui, si sono affrettati a partire anche tutti gli occidentali impegnati nella missione internazionale nel Paese negli ultimi vent’anni.
Sono virali i video girati all’aeroporto di Kabul, tanto che l’hastag #kabulairport è tra i trend topic di Twitter. Tra le immagini più forti ci sono quelle di chi si arrampica sui voli Usa in partenza, e poi cade nel vuoto. Ma, se possibile, abbiamo testimonianze video ancora peggiori: le immagini delle ragazze prelevate con la forza dai talebani, perché tutte le ragazze sopra i 12 anni sono considerate bottino di guerra.
Le blande rassicurazioni da parte dei leader talebani sul fatto che non ci sarebbero state rappresaglie sono smentite dalle tantissime testimonianze di uccisioni di interpreti, collaboratori degli occidentali, e dai video in cui si vede che vengono prese con la forza le ragazze. Di fronte alle testimonianze immortalate dai dispositivi tecnologici, quello delle forze occidentali sembra agli occhi dell’opinione pubblica un vero e proprio abbandono dei civili, e soprattutto delle donne.
Il presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, è stato il primo a dire pubblicamente che si devono attivare “tutti i possibili strumenti diplomatici per difendere i diritti delle donne”. L’account ufficiale di Palazzo Chigi scrive che “il presidente Draghi è in continuo contatto con il ministro della Difesa e il ministro degli Esteri. L’Italia è al lavoro con i partner europei per una soluzione della crisi che tuteli i diritti umani, e in particolare quelli delle donne”.
Verso il dramma in corso in #Afghanistan la risposta europea deve essere comune.
Bisogna attivarsi con tutti i possibili strumenti diplomatici per difendere i diritti delle #donne, e garantire pieno #asilo a chi adesso si trova in gravissimo pericolo. pic.twitter.com/AnMx3IbTpN— David Sassoli (@DavidSassoli) August 16, 2021
Dopo l’appello di Sassoli, arriva la presa di posizione degli eurodeputati Pd che, con Brando Benifei, scrivono a Von Der Leyen, Michel e Borrell per chiedere l’immediata attivazione di corridoi umanitari. Anche se rischia di essere già troppo tardi.
“Quello a cui stiamo assistendo in Afghanistan è una tragedia che avrebbe dovuto essere prevista ed evitata. Sarà solo aggravata ulteriormente senza un’azione rapida e decisiva da parte della comunità internazionale” ha detto Agnes Callamard, segretaria generale di Amnesty International. “I governi stranieri devono prendere ogni misura necessaria per garantire il passaggio sicuro fuori dall’Afghanistan per tutti coloro che rischiano di essere presi di mira dai talebani”.
Come @eurodeputatipd abbiamo scritto a @vonderleyen, @CharlesMichel e a @JosepBorrellF per chiedere un Consiglio Europeo straordinario e l’apertura di canali di accesso e poi di corridoi umanitari per chi, a partire da donne, famiglie e minoranze, vuole fuggire da #Afghanistan pic.twitter.com/9zQPVNHn0E
— Brando Benifei (@brandobenifei) August 16, 2021
Anche l’Unhcr “chiede a tutti i Paesi di permettere ai civili in fuga dall’Afghanistan di accedere ai loro territori e di garantire il rispetto del principio di non respingimento in ogni momento”.
Le prime risposte dei Paesi non sembrano incoraggianti: Il ministro degli Interni austriaco sostiene che “Chi ha bisogno di protezione deve mantenerla il più vicino possibile al paese d’origine”, riferendosi all’accoglienza dei profughi provenienti dall’Afghanistan.