La Commissione europea si aspetta, entro fine mese, delle risposte dall’agenzia di frontiera di Frontex, alla luce delle accuse di aver respinto i migranti che tentavano di attraversare il confine tra Grecia e Turchia.
In una riunione straordinaria del consiglio di amministrazione dell’agenzia di frontiera, il 10 novembre, il direttore esecutivo Fabrice Leggeri ha promesso di migliorare gli standard di rispetto dei diritti umani. La commissaria Ue per gli Affari Interni, Ylva Johansson, ha descritto questo in un tweet come “un buon inizio per quello che voglio sia un processo trasparente”.
Today’s @Frontex extraordinary management board was a good start to what I want to be a transparent process. The @EU_Commission has asked the Frontex Executive Director to reply to Qs ahead of the next scheduled board meeting (end November).
— Ylva Johansson (@YlvaJohansson) November 10, 2020
Ma ha aggiunto che Bruxelles ha chiesto “al direttore esecutivo di Frontex di rispondere alle domande prima della prossima riunione del consiglio di amministrazione”, in programma a fine novembre.
Dai report di diversi media, tra cui quello dello stimato settimanale tedesco Der Spiegel, emergono prove che testimoniano che le guardie di Frontex stiano collaborando con le autorità greche per respingere i migranti nelle acque turche.
Le agenzie per i diritti umani hanno avvertito che i migranti, molti dei quali rifugiati da conflitti, hanno tutti il diritto di chiedere asilo e sono messi in pericolo dalle reazioni aggressive delle guardie di frontiera. I rapporti hanno messo in imbarazzo la Commissione Europea.
Leggeri, un ex alto funzionario francese, ha detto alla riunione di martedì che l’agenzia dovrebbe istituire un comitato di valutazione per controllare il rispetto dei regolamenti.
“Ogni accusa di cattiva condotta o di violazione dei trattati internazionali o dei diritti fondamentali nel quadro delle operazioni congiunte coordinate da Frontex è trattata con grande preoccupazione e accuratamente indagata”, ha detto.
“Mi impegno a rafforzare l’ufficio del responsabile dei diritti fondamentali e ad aumentarne gradualmente il budget”.
All’inizio di quest’anno, vari governi europei hanno accusato la Turchia di sfruttare il flusso di rifugiati per esercitare pressioni in altre dispute politiche. L’Ue ancora non è riuscita a trovare un accordo politico per definire una propria politica d’asilo e continua dunque a prestarsi ai ricatti della Turchia.