Mercoledì 13 ottobre il primo ministro Janez Janša ha delineato le priorità della presidenza slovena dell’UE al Comitato europeo delle regioni, citando la ripresa post-Covid, la transizione verde e l’autonomia strategica dell’UE, oltre alla sussidiarietà.
Janša, collegato in video da Lubiana, ha risposto a diverse domande dei membri del comitato, incentrate principalmente sulla partecipazione delle comunità locali e regionali nell’affrontare le sfide nell’UE. Alla domanda su come avvicinare l’UE ai cittadini, ha sottolineato la necessità di rispettare la sussidiarietà e il fatto che i paesi dell’UE sono democrazie rappresentative.
Il Comitato europeo delle regioni è un organo consultivo dell’UE, composto da rappresentanti eletti a livello locale e regionale provenienti da tutti gli Stati membri. Il confronto di mercoledì con Janša si è tenuta in occasione della sua annuale sessione plenaria a Bruxelles.
Janša ha spiegato che ritiene sia necessario un maggior grado di inclusione delle comunità locali e regionali, ambito nel quale il Comitato europeo delle regioni può svolgere un ruolo. Anche la gradazione dei poteri e delle responsabilità politiche e il principio delle decisioni ‘dal basso verso l’alto’ (bottom-up) dovrebbero essere presi in considerazione in misura più significativa, ha detto il premier sloveno, citato dal portavoce del suo ufficio.
Il presidente del Comitato delle regioni, Apostolos Tzitzikostas, ha sottolineato il ruolo delle comunità locali e regionali nell’affrontare la pandemia di COVID-19 e nell’attuazione del Green Deal.
Ha esortato Janša, in qualità di presidente del Consiglio dell’UE, a unire le forze e a migliorare la cooperazione con le autorità locali e regionali, citando un sondaggio dell’UE che mostra che il 65% degli alti funzionari locali e regionali ritiene di non avere abbastanza influenza nel processo decisionale dell’UE.
Tzitzikostas ha inoltre esortato la presidenza e la delegazione dell’UE che parteciperà alla conferenza sul clima COP26 a Glasgow, a includere le autorità regionali e locali come attori nella lotta ai cambiamenti climatici nella dichiarazione finale del meeting, perché, ha spiegato, il loro ruolo nell’attuazione del Green Deal e dei piani nazionali di ripresa e resilienza è “urgente”.
Janša ha accolto con favore le proposte, affermando che la presidenza slovena insisterà affinché le autorità regionali e locali siano incluse nell’attuazione dei piani di ripresa e resilienza.
I membri del comitato erano interessati anche al tema dello stato di diritto, dopo che la corte costituzionale polacca ha recentemente deciso che il diritto dell’UE non è sovraordinato alla costituzione polacca. Tuttavia, Janša ha detto di non vedere alcun problema in questo senso.
“Non si può parlare di supremazia dell’una o dell’altra legge, ma dell’allineamento del trattato fondamentale dell’UE con le costituzioni degli Stati membri o viceversa”, ha detto il premier sloveno.
Al momento della ratifica del Trattato di Lisbona, ogni Stato membro ha verificato se esso fosse in linea con la propria costituzione. E poiché tutti i membri hanno ratificato il trattato, ciò significa che il trattato è in linea con le costituzioni di tutti gli stati membri, ha affermato Janša.
Il primo ministro sloveno ha detto di trovare fondamentale che la Corte di giustizia europea abbia l’ultima parola quando qualcuno pensa che qualcosa non sia in linea con l’ordinamento legale. A decidere, ha spiegato, non può essere la Commissione europea, il Parlamento o il Consiglio: “Deve essere il tribunale che decide alla fine, e quella decisione deve essere rispettata. E per me questo è lo stato di diritto”.
I membri del comitato, infine, hanno chiesto a Janša informazioni sulla sua opinione in merito all’aumento dei prezzi dell’energia e sulle potenziali soluzioni.
Il premier sloveno ha affermato che la Commissione elaborerà alcune soluzioni entro il prossimo vertice dell’UE, previsto per la prossima settimana. Lo shock dei prezzi ha rafforzato il dibattito dell’UE sull’autonomia strategica, anche nel settore energetico, ha aggiunto, dicendo tuttavia di non aspettarsi soluzioni tempestive se l’Europa non è d’accordo sulla possibilità di utilizzare l’energia nucleare (che in Slovenia è presente).