Il Premier Mario Draghi, martedì 21 giugno, è intervenuto in Senato per fare il punto sull’Ucraina in vista del Consiglio Europeo del 23 e del 24 giugno. Visto che il vertice imminente sarà anche l’occasione per discutere dell’allargamento dell’Ue, Draghi ha riferito al Parlamento che, oltre all’ingresso dell’Ucraina, l’Italia appoggerà l’adesione di Albania e Macedonia del Nord nel blocco.
Un intervento molto atteso, quello del Presidente del Consiglio a Palazzo Madama. Soprattutto perché arrivato in un momento delicato per la maggioranza, dopo le divisioni interne al Movimento 5 stelle, già in rotta di collisione da quando il leader Giuseppe Conte aveva richiesto che ogni nuova decisione sull’Ucraina fosse sottoposta al voto parlamentare. In particolare, il nodo della cessione delle armi a Kiev.
Ma alla fine la risoluzione di maggioranza – incentrata sul sostegno al popolo e alle istituzioni ucraine ucraine, compresa la cessione di forniture militari, sul cessate il fuoco, sulle misure in contrasto alla crisi energetica e alimentare – è stata approvata. Una risoluzione che conferma “il ruolo dell’Italia nel quadro dell’azione multilaterale, a partire dall’Unione europea e dall’Alleanza Atlantica”.
Mentre si avvicina il quarto mese dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina, “il nostro sostegno a Kiev è anche un impegno alla ricostruzione del Paese”, ha detto Draghi. “Non è un’impresa che possono affrontare i singoli Stati. Lo sforzo deve essere collettivo e coinvolgere anche gli Organismi internazionali e le Banche di sviluppo”.
L’Italia continua a muoversi sia per dar manforte all’Ucraina, sia per indebolire la Russia e costringerla a sedersi al tavolo dei negoziati, pur lasciando aperti i canali di dialogo. Risale al 3 giugno l’approvazione sesto pacchetto di sanzioni nei confronti della Russia da parte del Consiglio europeo. “Le sanzioni funzionano – ha rassicurato il Premier – Il Fondo monetario internazionale prevede che incideranno per 8,5 punti percentuali sul Pil della Russia. Il tempo ha rivelato che queste misure sono sempre più efficaci”. Ha poi aggiunto che l’unica pace che sarà riconosciuta sarà una pace “nei termini che sceglierà l’Ucraina”, una pace concordata e non subita”.
Apertura ad Albania e Macedonia del Nord
In uno dei passaggi del suo discorso, Draghi ha ribadito che l’Italia vuole l’ingresso dell’Ucraina nell’Unione Europea. Rivendicando il ruolo in prima linea di Roma nel sostenere il percorso di avvicinamento di Kiev all’Ue, ha anche riconosciuto “che non tutti gli Stati membri condividono questa posizione”. Tuttavia, “la raccomandazione della Commissione è un segnale incoraggiante in vista del prossimo Consiglio europeo”.
Durante il Consiglio europeo si discuterà anche dell’allargamento ai Balcani occidentali. “Il governo italiano è favorevole a far partire i negoziati di adesione con l’Albania e la Macedonia del Nord”. Il Vertice di Bruxelles a fine mese, ha aggiunto Draghi, “rappresenta un’occasione per cominciare a guardare al futuro assetto dell’Unione, ai suoi confini, alla sua sicurezza e al suo sviluppo economico.
“Il Governo italiano, insieme ai partner dell’Ue e del G7 intende continuare a sostenere l’Ucraina così come questo Parlamento ci ha dato mandato di fare”, la conclusione del discorso di Draghi al Senato.