All’evento conclusivo della Conferenza sul futuro dell’Europa sono intervenuti i rappresentanti delle tre istituzioni europee principali: la presidente del Parlamento Roberta Metsola, quella della Commissione Ursula von der Leyen e il detentore della presidenza a rotazione del Consiglio dell’Ue di turno Emmanuel Macron.
In occasione dell’anniversario della Dichiarazione di Schuman, che il 9 maggio 1950 sanciva il primo esempio embrionale di Unione europea, data che oggi è diventata la Festa dell’Europa, si è conclusa anche la Conferenza sul futuro dell’Europa, l’esperimento di democrazia partecipativa che ha visto i cittadini coinvolti nel processo decisionale dell’Ue.
L’evento finale si è svolto a Strasburgo, nella sede del Parlamento europeo, dove i cittadini europei partecipanti e i rappresentanti delle isitituzioni coinvolte si sono riuniti per celebrare il termine del procedimento e immaginare insieme il suo seguito.
Metsola: “È il momento di rispondere alla chiamata dell’Europa”
La presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola ha aperto gli interventi dei leader delle isitituzioni europee, dichiarando che “il dibattito sul futuro dell’Europa si è trovato ad affrontare una nuova realtà il 24 febbraio, quando il presidente Vladimir Putin ha ordinato al suo esercito di invadere l’Ucraina. Il mondo dopo quella data è diverso, più pericoloso, e il ruolo dell’Europa è cambiato in esso”.
“Non c’è alternativa all’Europa”, ha proseguito. “Il futuro dell’Europa è legato a quello dell’Ucraina e la minaccia che ci troviamo ad affrontare è reale. È nostra responsabilità rispondere a questa situazione”, ha proseguito, confermando che il Parlamento europeo è pronto a lottare per un’Europa più forte.
“La Conferenza sul futuro dell’Europa ha raccolto i contributi di centinaia di milioni di persone in tutta Europa, un esercizio di democrazia straordinario. Ringrazio i rappresentanti del Consiglio dell’Ue e il nostro ex presidente David Sassoli, che oggi sarebbe davvero orgoglioso”, ha dichiarato, ricordando l’ex presidente del Parlamento Ue scomparso lo scorso 11 gennaio.
“La Conferenza prova che esiste ancora un divario tra quello che le persone si aspettano e quello che l’Europa può dare in questo momento. Per questo ci serve una convenzione come prossimo passo e il Parlamento insisterà su questo”, ha detto, ricordando che l’Eurocamera ha chiesto di avviare la procedura per la riforma dei Trattati.
La presidente del Parlamento ha evidenziato come gli Stati membri ragionino ancora in maniera individuale su temi come energia, difesa e clima, quando invece servirebbero politiche comuni che consentano di rendersi indipendenti dalle influenze e dalle forniture esterne e competitivi a livello globale.
“Oggi i cittadini di Ucraina, Georgia, Moldavia e dei Balcani occidentali attendono un segnale da noi. Ogni Paese ha il suo percorso, ma non dobbiamo temere di rilasciare il potere dell’Europa di migliorare la vita delle persone, come è successo con il mio Paese [Malta, ndr]”, ha dichiarato Metsola. “Questo è il momento di rispondere alla chiamata dell’Europa”.
Von der Leyen: “L’unanimità nei settori chiave non ha più senso”
“Il tentativo della Russia di ridisegnare le mappe ci ha ricordato il pericolo di perdere contatto con passato e futuro, di credere che le cose non possano mai cambiare”, ha detto la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen.
“La Conferenza ci ha dimostrato però che gli europei non intendono commettere questo errore. Ci avete detto che volete costruire un futuro migliore, vivendo all’altezza delle promesse del passato: pace, prosperità, correttezza e progresso, un’Europa sostenibile, sociale, attenta e audace”, ha dichiarato von der Leyen.
“Attraverso le vostre 49 raccomandazioni e oltre 300 misure avete costruito una visione dell’Europa che risponde presente dove più serve, che aiuta a rendere migliore la vita di tutti i giorni, che non è confinata in un posto solo ma è al fianco di tutti quando serve”, ha proseguito.
“È una visione di Europa che sfrutta la sua forza e la sua varietà per affrontare le sfide principali, dai cambiamenti climatici alla pandemia e la sicurezza della nostra regione. Un’Europa con maggiore capacità di difendere i propri valori, in grado di provvedere a se stessa in aree come l’energia, la sicurezza alimentare, la salute, la tecnologia”.
“Abbiamo dimostrato quello che possiamo fare con i poteri che già abbiamo, dall’acquisto congiunto di vaccini a Next Generation Eu. Ora lavoreremo per rendere possibile quello che ci avete chiesto nelle vostre raccomandazioni”, ha detto la presidente della Commissione.
“C’è molto che possiamo fare subito, senza ritardi. Vale anche per le proposte che ci richiederanno azioni nuove. Ma in generale, c’è bisogno di andare ancora oltre. Ho sempre detto che il voto all’unanimità su alcuni temi chiave non ha più senso se vogliamo muoverci velocemente. O che l’Europa deve avere un ruolo maggiore su temi come salute e difesa. Sarò sempre dalla parte di chi vuole riformare l’Europa per renderla migliore”, ha detto.
Macron: “Non possiamo permettere che pochi Paesi blocchino tutto”
“La Francia ha di fronte un compito storico, che assumerà con orgoglio e passione. Lavoreremo per costruire un’Europa più forte e sovrana”, ha esordito il presidente francese Emmanuel Macron, che detiene la presidenza a rotazione del Consiglio dell’Ue.
“Di fronte alla decisione unilaterale della Russia di invadere l’Ucraina e attaccare il suo popolo, la risposta dell’Ue è quella di cercare di porre fine a questa guerra il più rapidamente possibile. La libertà e la speranza per il futuro hanno il volto dell’Ue”, ha detto Macron.
Il presidente francese si è accodato alle dichiarazioni di Metsola e von der Leyen: “Le opinioni diverse sono sempre state il volano della crescita dell’Europa, ma penso che la necessità di decidere a 27 abbia rallentato il nostro impegno”.
“L’Europa a più velocità esiste già. Non dobbiamo escludere nessuno, ma neanche permettere che pochi blocchino tutto”, ha detto, sottolineando che “occorre generalizzare il voto a maggioranza qualificata per le nostre principali politiche pubbliche”.
“La sfida che ci attende oggi è quella di creare un’architettura politica europea nuova, che consenta di trovare uno spazio di cooperazione politica, di sicurezza in materia di energia, trasporti, investimenti, infrastrutture, libera circolazione e giovani”, ha proseguito Macron.
“Questa è l’Europa dei sogni folli e delle ambizioni inaudite, con la capacità di costruire compromessi che sono il suo linguaggio. Bisogna sognare in grande e correre. Di fronte alle potenze come Stati Uniti e Cina noi facciamo proprie le nostre ambizioni”, ha concluso.
Michel: “Aiuteremo a ricostruire un’Ucraina moderna e democratica”
Il presidente del Consiglio europeo Charles Michel, nel giorno della Festa dell’Europa, si è recato a Odessa, città attualmente sotto attacco da parte della Russia, per illustrare il sostegno dell’Unione europea all’Ucraina.
“Sono venuto a celebrare la Festa dell’Europa nella città dove, secondo Pushkin, ‘si può sentire l’Europa’. Dove le persone difendono i loro monumenti da proiettili e missili, così come gli ucraini difendono la loro libertà dall’aggressione russa”, ha detto Michel.
“La guerra è tornata in Europa. Una guerra di un altro tempo, portata avanti da un Paese egemonico. Il Cremlino vuole uccidere lo spirito di libertà e democrazia dell’Ucraina, ma sono convinto che non ci riuscirà”, ha proseguito.
“Sono qui con un semplice messaggio: non siete soli. Vi aiuteremo a ricostruire un Paese moderno e democratico, che guarda al futuro, pronto ad abbracciare con fiducia il suo futuro europeo”, ha detto. “La pace, la prosperità e il futuro dei nostri figli passa anche da quello che accadrà qui”, ha concluso.