I rappresentanti permanenti degli stati membri dell’UE di stanza a Bruxelles riuniti nel Coreper hanno approvato mercoledì 13 aprile la posizione del Consiglio europeo sulla proposta di creazione dei green bond europei.
Il regolamento in materia, proposto dalla Commissione a luglio 2021, introduce dei requisiti uniformi per gli enti emittenti che vogliono usare la denominazione ‘European Green Bond’ (o EuGb) per obbligazioni ecosostenibili, e istituisce un sistema di registrazione e un quadro di vigilanza per i revisori esterni delle obbligazioni verdi europee.
Le obbligazioni ecosostenibili sono uno dei principali strumenti per finanziare gli investimenti relativi alle tecnologie verdi, all’efficienza energetica e delle risorse, nonché alle infrastrutture di trasporto sostenibili e alle infrastrutture di ricerca.
La prima obbligazione verde dell’UE, emessa lo scorso ottobre per un valore di 12 miliardi di euro e una durata di 15 anni, ha ricevuto richieste di sottoscrizione per 135 miliardi, oltre dieci volte l’importo previsto.
Il quadro di regolazione proposto dalla Commissione prevede quattro requisiti principali: i fondi raccolti dall’obbligazione dovranno essere interamente assegnati a progetti conformi alla tassonomia verde dell’UE, dovrà esserci piena trasparenza sulle modalità di assegnazione dei proventi delle obbligazioni, tutti i gran bond dell’UE dovranno essere controllate da un revisore esterno, e tali revisori esterni dovranno essere registrati e controllati dall’Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati. Potrà aderire alla nuova norma qualsiasi emittente di obbligazioni verdi, compresi quelli con sede fuori dell’UE.
La posizione del Consiglio arriva dopo l’opinione favorevole al regolamento della Banca centrale europea, espressa a novembre 2021 in un documento nel quale l’istituto di Francoforte chiedeva che che l’European green bond standard diventi lo standard principale all’interno dell’UE e che sia reso obbligatorio per le nuove emissioni di obbligazioni verdi.
Dopo aver deciso la propria posizione comune in merito alla proposta, il Consiglio dovrà ora avviare i negoziati con il Parlamento europeo per concordare la versione definitiva del testo del regolamento.