L’economia dell’Ue si sta riprendendo più velocemente del previsto. La Commissione però sottolinea la presenza di “venti contrari”, come le strozzature nelle catene di approvvigionamento su scala mondiale e l’aumento dell’inflazione legato all’aumento dei prezzi dell’energia.
Le previsioni economiche d’autunno vedono il Pil italiano a +6,2% quest’anno, la crescita scenderà al 4,3% nel 2022 e l’andamento dell’ economia tornerà ai livelli pre-crisi “entro la metà del prossimo anno”. Una crescita più forte di quella attesa dalle previsioni estive che davano per l’Italia un aumento del Pil del 5% nel 2021 e del 4,2% nel 2022.
Il rapporto debito pubblico/Pil dovrebbe scendere dal 155,6% nel 2020 al 151,0% nel 2023, grazie alla ripresa economica e a un favorevole aggiustamento stock-flussi. La crescita sarà “sostenuta dalla domanda interna”, spiega la Commissione Ue, rivedendo le stime del debito che già quest’anno scenderà al 154,4% e al 151,4% nel 2022. Anche il rapporto deficit-Pil dopo essere salito al 9,6% nel 2020, dovrebbe scendere al 9,4% nel 2021, al 5,8% nel 2022 e al 4,3% nel 2023.
A livello Ue si prevede che l’economia continui ad espandersi, raggiungendo un tasso di crescita del 5% nel 2021, del 4,3% nel 2022 e del 2,5% nel 2023. Per l’Eurozona si prevede che nel 2021 e nel 2022 i tassi di crescita siano uguali a quelli dell’Ue, mentre per il 2023 ci si attende una crescita del 2,4%. Queste prospettive dipendono fortemente da due fattori: l’evoluzione della pandemia e il ritmo con cui l’offerta si adegua alla rapida inversione della domanda dopo la ripartenza.
“L’economia europea sta passando dalla fase della ripresa a quella dell’espansione, ma ora si trova ad affrontare alcune turbolenze. Una risposta politica senza precedenti ha attenuato l’impatto della pandemia sui lavoratori e sulle imprese e, a partire dalla scorsa primavera, una campagna di vaccinazione riuscita ha consentito la riapertura delle nostre economie, determinando un’impennata della crescita, che a sua volta sta contribuendo a stabilizzare le nostre finanze pubbliche. E con il sostegno di Next Generation Eu, gli investimenti pubblici sono destinati a raggiungere il livello più elevato da oltre un decennio”, ha sottolineato il commissario all’Economia Paolo Gentiloni.
Tuttavia strozzature e interruzioni dell’offerta globale stanno pesando sulla ripresa, in particolare sul settore manifatturiero. Inoltre l’impennata dei prezzi dell’energia, che dopo essere scesi bruscamente nel 2020 ora sono ben al di sopra dei livelli pre-pandemici, è destinata a pesare sui consumi e sugli investimenti.
Per quel che riguarda l’inflazione si attesta al 2,4% nel 2021 e al 2,2 nel 2022. Nel 2023 si prevede una netta discesa del tasso, al 1,4%. Più alti i livelli a livello di Unione Europea: nel 2021, 2022 e 2023 l’inflazione sarà rispettivamente al 2,6%, 2,5% e 1,6%.