Elezioni in Francia: Europa, clima e giustizia sociale al centro del programma di Yannick Jadot

Yannick Jadot [Esther Snippe/EURACTIV/Shutterstock]

Il candidato del partito Europa Ecologia – I Verdi, Yannick Jadot ha elaborato un programma per le presidenziali che mette al centro l’Europa. Il report di EURACTIV Francia.

Membro del Parlamento europeo da più di 10 anni, Yannick Jadot conosce bene la complessità delle istituzioni europee, le impasse, ma anche i vantaggi di realizzare progetti comuni all’interno del quadro dell’Unione. Il suo programma per le presidenziali ha quindi al centro l’Europa e la proposta cambiare le modalità di funzionamento dell’Ue per far sì che possa raggiungere meglio i suoi obiettivi, in particolare nelle questioni sociali.

“Yannick Jadot va oltre quello che Europa Ecologia – I Verdi aveva inizialmente proposto”, afferma Daniel Boy, direttore della ricerca della Fondation nationale des sciences politiques di Sciences Po. “L’Europa è davvero la chiave del suo programma”.

Un comunicato stampa del candidato, datato 8 dicembre, lo conferma: “L’Europa è al centro del programma presidenziale di Yannick Jadot. Abbiamo bisogno dell’Europa per contenere il riscaldamento globale e la perdita di biodiversità. Abbiamo bisogno che l’Europa affronti con chiarezza le questioni migratorie, che combatta efficacemente l’evasione fiscale e che abbia un peso sulla scena internazionale”.

In concreto, Yannick Jadot pensa all’introduzione di “clausole specchio” nella PAC, alla creazione di canali di migrazione sicuri e legali, al rafforzamento della condizionalità sullo stato di diritto o a una riforma della politica commerciale per “passare dal libero scambio al commercio equo”. Le parole chiave per definire la sua visione dell’Europa? “Ecologista, solidale e umanista”.

Da un punto di vista economico, la visione del candidato Jadot si può sintetizzare essenzialmente con l’espressione “Europe first”. Yannick Jadot intende rafforzare a livello europeo le norme sociali e a difesa dell’ambiente. La sua visione si concentra anche sulla delocalizzazione della produzione di un maggior numero di beni, cibo ed energia in Europa. “È un modo per promuovere le imprese e i posti di lavoro in Europa, mentre incoraggia le imprese di tutto il mondo ad allinearsi”, ha spiegato la deputata francese Michèle Rivasi a EURACTIV France.

 

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“Yannick Jadot è contrario ad un mercato europeo senza regolamentazione. Il suo programma prevede il ritorno della politica nella costruzione dell’Europa”, lontano da un liberalismo che permette alle imprese di plasmarla, sottolinea la deputata.

Evoluzione delle istituzioni europee

Jadot ha anche delineato le sue ambizioni per l’Ue, qualora vincesse le elezioni in aprile, due mesi prima della fine della presidenza francese del Consiglio europeo. In particolare, prevede di cambiare il modo in cui funziona l’Ue, facilitando la realizzazione degli obiettivi di tutela dell’ambiente.

“Yannick Jadot crede in una vera democrazia europea, nella quale vi siano le giuste competenze e i giusti strumenti da usare ai giusti livelli per poter prendere le decisioni”, sottolinea la senatrice verde Mélanie Vogel.

Il candidato dei Verdi vorrebbe dare più potere al Parlamento europeo, ma anche mettere fine al meccanismo dell’unanimità nel Consiglio europeo. L’obiettivo è quello di evitare i veti che sono dannosi per le politiche sociali e ambientali, secondo il senatore. Questo cambiamento nelle istituzioni consentirebbe di avere più spazio di manovra per realizzare progetti come il salario minimo o l’eliminazione dei pesticidi.

Nel suo programma Yannick Jadot difende anche l’idea di un aumento delle risorse proprie dell’Ue. “Per raggiungere questo obiettivo, la Francia deve spingere per una tassa ambiziosa sulle transazioni finanziarie”, spiega. Il candidato vuole che l’aliquota minima sui profitti delle imprese in Europa sia portata almeno al 21%. Inoltre, vorrebbe rendere più ambizioso “l’accordo sulla minimum global tax, che mira a tassare i profitti esteri delle multinazionali al 15%”.

Per finanziare i propri progetti, l’Ue potrà anche contare sul Meccanismo di aggiustamento del carbonio alla frontiera. “Con tutte queste risorse proprie, ci stiamo allontanando dalla logica dei contributi nazionali e dal gioco in cui gli Stati firmano un assegno ma si aspettano di ricevere qualcosa in cambio”, ha sottolineato Mélanie Vogel.

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Con Yannick Jadot, le tasse serviranno a finanziare meglio i progetti europei. “Queste risorse permetteranno di finanziare il piano di transizione ecologica, le infrastrutture di trasporto ferroviario, i progetti sanitari, ecc”, sostiene Michèle Rivasi.

Per realizzare il suo progetto, soprattutto per quanto riguarda la riforma delle istituzioni europee, Yannick Jadot dovrà trovare degli alleati. Potrà senza dubbio contare sulla Germania, ma “dobbiamo lavorare su altre alleanze, con la Spagna, il Belgio, la Finlandia senza dimenticare i paesi dell’Est, che devono essere inclusi”, aggiunge Michèle Rivasi.

“L’Europa è il motore trainante del progetto di Yannick Jadot”, conclude Daniel Boy. “Ma finora non ho l’impressione che l’abbia usato come argomento per valorizzare la propria candidatura”. Forse perché questo argomento non è in grado di conquistare tutti gli elettori. Secondo un sondaggio Ifop pubblicato su Le Journal du Dimanche il 25 dicembre, il 40% dei francesi vuole un’Europa delle nazioni con una maggior sovranità nazionale più che una maggior integrazione europea.

Il 19 gennaio, Yannick Jadot organizzerà il “Forum delle possibilità” per l’Europa, un evento pubblico nel quadro della sua campagna elettorale che dovrebbe chiarire la sua visione europea. E farlo apparire come il più europeista dei candidati alle Presidenziali francesi.