Brexit, il Regno Unito vuole chiudere i negoziati con l’Ue a settembre

Il capo negoziatore UE Michel Barnier (dx) e quello britannico David Frost. [EPA-EFE/OLIVIER HOSLET / POOL]

Il Regno Unito ha fissato a settembre la scadenza per concordare un nuovo accordo commerciale con l’UE dopo che i negoziatori hanno tenuto i primi incontri faccia a faccia dall’inizio della pandemia di coronavirus.

Il capo negoziatore UE Michel Barnier e il suo omologo britannico David Frost si sono incontrati a Bruxelles lunedì 29 giugno, segnando l’inizio del loro primo round di negoziati di persona, mentre le due parti cercano di intensificare il ritmo delle trattative.

Una serie di cicli negoziali in videoconferenza durante il lockdown, della durata di una settimana, non hanno portato grandi progressi. Per questo il Primo Ministro Boris Johnson e il Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen hanno concordato che i colloqui rimangano costanti, alternando cicli di una settimana a Bruxelles e a Londra, per tutto il mese di luglio.

Tuttavia, lunedì, un portavoce di Johnson ha detto ai giornalisti che le due parti avranno solo alcuni mesi per sbloccare l’impasse, commentando che “abbiamo sempre sostenuto che i colloqui non possono continuare fino all’autunno”.

Anche se giugno era stato inizialmente indicato come la scadenza per decidere se un accordo poteva essere firmato quest’anno, sia i funzionari britannici che quelli dell’Ue ammettono che la pandemia ha ritardato quella scadenza.

In un ulteriore accenno al fatto che settembre è la nuova scadenza per Londra, lunedì è stato confermato che Frost assumerà il ruolo di consigliere per la sicurezza nazionale del Regno Unito in quel mese.

L’incarico è attualmente ricoperto da Sir Mark Sedwill, anche capo dell’amministrazione pubblica britannica, che domenica ha annunciato il suo piano di lasciare il servizio governativo dopo un’aspra lotta di potere con il controverso consigliere capo del primo ministro Dominic Cummings.

Ciò significa probabilmente che Frost manterrà entrambe le posizioni per almeno un breve periodo di tempo. Frost ha confermato lunedì che i colloqui con l’UE “rimarranno la mia priorità assoluta fino alla conclusione dei negoziati, in un modo o nell’altro”.

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La pesca e il cosiddetto “level playing field” che vincola il Regno Unito alla regolamentazione esistente e futura dell’UE e alle norme sugli aiuti di Stato rimangono le questioni dove le due parti si trovano a maggiore distanza, insieme al ruolo futuro della Corte di giustizia europea nell’interpretazione delle controversie legali e nella loro risoluzione.

Questo impone al governo tedesco, che mercoledì (1° luglio) assumerà la presidenza di turno semestrale dell’UE, l’onere di mediare un compromesso.

Nel fine settimana, la Cancelliera Angela Merkel ha avvertito il governo di Johnson che “vivrà con le conseguenze, ovviamente, cioè con un’economia meno interconnessa”, se si atterrà alle sue “linee rosse”.

“Se la Gran Bretagna non vuole avere regole sull’ambiente e sul mercato del lavoro o standard sociali paragonabili a quelli dell’UE, le nostre relazioni saranno meno strette”, ha aggiunto Merkel.

Il portavoce della Commissione Daniel Ferrie ha detto all’inizio dei colloqui di questa settimana che “il nostro messaggio generale questa settimana, ma anche per le prossime settimane e i prossimi mesi, è quello di intensificare i nostri negoziati al fine di fare progressi per ottenere un accordo”.

Nel frattempo, il gruppo di ricerca europeo dei legislatori conservatori pro-Brexit ha inviato lunedì una propria lettera a Barnier “per incoraggiare lo sviluppo di un senso di urgenza nei negoziati”.