Il secondo round di colloqui tra il partito al governo della Georgia e l’opposizione, mediati dall’Unione europea, non è riuscito mercoledì 31 marzo a risolvere l’impasse innescata dalle elezioni dello scorso anno, ha detto uno dei mediatori dell’Ue.
La nazione dell’estremo Sud-Est dell’Europa, che aspira a entrare nell’Unione, è stata colpita da una grave crisi politica dopo le elezioni parlamentari dello scorso ottobre che l’opposizione ha denunciato come truccate, organizzando proteste di massa per chiedere un nuovo voto.
Lo stallo è peggiorato il mese scorso, dopo che la polizia ha arrestato il leader dell’opposizione, l’ex presidente del paese caucasico dal 2004 al 2013 Mikheil Saak’ashvili, dopo una violenta irruzione nella sede del suo Movimento Nazionale Unito (UNM), la principale forza di opposizione in Georgia. Una vicenda che ha provocato anche le dimissioni del primo ministro Georgi Gakharia.
L’escalation ha suscitato preoccupazioni in Occidente per il regresso della Georgia sui suoi impegni per la democrazia lo stato di diritto, e all’inizio di marzo il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, durante una visita nella capitale Tbilisi ha avviato i colloqui tra i il governo e l’opposizione.
Nelle prime ore di mercoledì 31 marzo, tuttavia, Iì il diplomatico svedese Christian Danielsson, incaricato di condurre i negoziati, ha detto in una conferenza stampa che i partiti georgiani non sono riusciti a trovare un accordo su una via d’uscita dalla crisi.
“Perseguire l’aspirazione europea richiede un compromesso, soprattutto da parte del partito al potere, per guidare il paese fuori dalla crisi”, ha detto Danielsson durante il briefing, che si è svolto a tarda notte dopo sette ore di colloqui tesi: “Purtroppo”, ha aggiunto, “oggi intorno al tavolo non c’era questa disponibilità”.
Al centro dei colloqui c’erano i temi delle riforme elettorali e del sistema giudiziario, della liberazione dei politici di opposizione incarcerati, e della possibilità di convocare nuove elezioni in tempi brevi.
Anche il primo ciclo di negoziati, che erano durati una settimana, si era concluso con un nulla di fatto il 19 marzo. Danielsson ha aggiunto che ora sarà Michel a decidere “i prossimi passi e la loro tempistica”.
I leader di Georgian dream, il partito al governo a Tbilisi, hanno respinto le accuse dell’opposizione – che dopo le elezioni si è rifiutata di entrare nel nuovo parlamento, contestando la del governo – di voler sabotare i negoziati e di voler minare il tentativo della Georgia di stringere legami più stretti con l’Unione europea. Proprio l’ex premier Gakharia, lo scorso gennaio, aveva annunciato l’intenzione di presentare domanda di adesione all’UE nel 2024.