La Commissione europea invita gli Stati membri a prevenire la dipendenza dai fornitori ad alto rischio, mentre gli Stati Uniti chiedono l’esclusione di Huawei dalla rete.
I Paesi europei devono agire urgentemente per diversificare i loro fornitori di rete 5G e rafforzare la sicurezza delle reti. A dirlo è la Commissione europea, che in un rapporto redatto con l’Enisa, l’Agenzia dell’Ue per la sicurezza cibernetica, fa il punto sull’applicazione delle linee guida europee nei diversi Paesi membri. La raccomandazione arriva mentre continua a crescere il pressing americano sul Vecchio Continente per escludere il colosso cinese Huawei dalla rete 5G.
Bruxelles sottolinea che tutti gli Stati membri hanno avviato un processo di revisione e rafforzamento delle misure di sicurezza applicabili alle reti 5G, dimostrando il loro impegno a favore dell’approccio coordinato definito a livello dell’Ue. Ma c’è ancora molto da fare per garantire che queste reti siano sicure, ammette la commissaria alla Concorrenza Margrethe Vestager.
La tecnologia 5G avrà un impatto significativo su settori critici come l’energia, i trasporti, le banche, la sanità e i sistemi di controllo industriale. Per questo è indispensabile che a livello europeo vengano attuate opportune misure per garantire che le imprese e i cittadini possano sfruttarne i vantaggi in modo sicuro.
“Con il lancio della rete 5G in tutta l’Ue e la crescente dipendenza delle nostre economie dall’infrastruttura digitale è più che mai importante garantire un livello elevato di sicurezza. Insieme agli Stati membri, siamo impegnati a mettere in atto misure solide, in modo coordinato, non solo per garantire la cibersicurezza del 5G, ma anche per rafforzare la nostra autonomia tecnologica”, spiega il commissario per il Mercato interno Thierry Breton.
Nell’implementazione della rete l’Italia è uno dei 12 Paesi che stanno facendo da traino in Europa. Nei prossimi mesi Bruxelles prevede che le assegnazioni dello spettro procederanno anche negli altri Stati membri. La maggior parte dei Paesi però non ha ancora stabilito o comunicato i piani per affrontare le situazioni di dipendenza esistenti da fornitori ad alto rischio e prevenire future dipendenze. La relazione raccomanda di considerare la rete nel suo complesso, imponendo restrizioni anche in merito ad altri asset chiave, come aree geografiche definite, amministrazioni pubbliche o altri soggetti critici.
Per quanto riguarda il controllo degli investimenti esteri diretti la Commissione ha chiesto a 13 Stati membri, che non lo hanno ancora introdotto, di attuare il meccanismo di analisi che consente ai governi di intervenire in caso di investimenti esteri diretti in asset strategici.